Ogni tanto è necessario fare chiarezza su termini che si sentono nominare sempre più spesso e che hanno un “nonsoché” di misterioso, affascinante, come per esempio il deep web.
Iniziamo con una premessa: i vari motori di ricerca, come Google, indicizzano circa 2 miliardi di risultati.
Nel deep web ce ne sono dai 400 ai 550 miliardi, se non oltre.
Quello che noi conosciamo come web, quello a cui accediamo ogni giorno, non è altro che meno dell’1% di ciò che c’è realmente nella rete!
È proprio il caso di dire che è la punta dell’iceberg!
Ma cosa c’è nel deep web? Perché esiste?
Nel deep web c’è tutto ciò che non può essere indicizzato dai motori di ricerca.
Ciò può significare molte cose. Cito da Wikipedia:
- Contenuti dinamici: pagine web dinamiche, ovvero pagine Web il cui contenuto viene generato sul momento dal server, che possono essere richiamati solo compilando un form o a risposta di una particolare richiesta;
- Pagine non collegate: pagine Web che non sono collegate a nessun’altra pagina Web. Se l’accesso non è impedito da adeguate impostazioni di sicurezza, il motore indicizza la parent directory del sito, che contiene non solo le pagine visibili, ma tutto ciò che è caricato nel server ospitante;
- Pagine ad accesso ristretto: siti che richiedono una registrazione o comunque limitano l’accesso alle loro pagine impedendo che i motori di ricerca possano accedervi;
- Script: pagine che possono essere raggiunte solo attraverso link realizzati in javascript o in Flash e che quindi richiedono procedure particolari;
- Contenuti non di testo: file multimediali, archivi Usenet, documenti scritti in linguaggio non HTML, in particolare non collegati a tag testuali (tuttavia alcuni motori di ricerca come Google sono in grado di ricercare anche documenti di questo tipo).
- Contenuti banditi dai comuni motori di ricerca perché illegali: di questa categoria fanno parte siti pedo-pornografico o snuff, commercio e produzione illegale di droghe e armi, siti sottoposti a censure governative, siti di warez e malware.
- Software: certi contenuti sono nascosti intenzionalmente al normale Internet, e sono accessibili solo con software speciali, come Tor, I2P o altri darknet software. Per esempio Tor consente ai propri utenti di accedere anonimamente a siti che utilizzano il suffisso .onion , nascondendo il loro indirizzo IP.
È dunque comprensibile che sul deep web si trova ciò che non si vuole mostrare al pubblico, che siano contenuti riservati, o molto più probabilmente contenuti illegali. Deep web, quindi web oscuro, vuol proprio simbolizzare la profondità, l’oscurità e soprattutto la pericolosità di questa parte del web.
Ovviamente sono presenti anche contenuti legali e non pericolosi, però sono davvero una parte infinitesimale e bisogna pur sempre chiedersi il perché non siano visibili sui motori di ricerca.
Per accedere a questo mondo nascosto viene utilizzato TOR, un sistema di navigazione anonima su internet.
È possibile infatti scaricare un browser realizzato da TOR, per accedere in modo totalmente anonimo al deep web.
I siti del deep web sono caratterizzati dall’estensione .onion e non sono visibili da comuni browser, è necessario utilizzare TOR (il cui simbolo è proprio una cipolla, da cui deriva per l’appunto l’estensione).
Ovviamente non possiamo usare motori di ricerca come Google per trovare siti nel deep web, esistono però delle raccolte di siti del deep web, come per esempio hiddenWiki.
Se volete andare a curiosare là in fondo, state ben attenti: come avrete capito non è un posto ben frequentato ed è ovviamente molto rischioso…
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