I nostri telefoni ci ascoltano?
Qualcuno ci spia attraverso lo smartphone?
Perché a volte quando parliamo con un amico di un paio di scarpe che vorremmo acquistare, poi “magicamente” troviamo una pubblicità mirata sui nostri dispositivi?
Su questo tema si sentono tantissime congetture.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Spie nel telefono o avatar digitali?
Per iniziare a capire se effettivamente i nostri telefoni ci ascoltino, partiamo da una considerazione.
Tra le diverse teorie sull’argomento c’è anche chi sostiene che chiunque abbia uno smartphone possa essere spiato.
Strutturare un servizio di spionaggio di tutte le conversazioni in tutto il mondo, oltre ad essere chiaramente illegale, sarebbe troppo oneroso e complesso da realizzare anche per i giganti del web, come Google, Facebook etc.
La verità è che non c’è bisogno di farlo.
Le grandi aziende tech, da Google a Facebook (che – ricordiamolo – possiede anche Instagram e WhatsApp) hanno sviluppato delle tecnologie avanzate che permettono di realizzare annunci pubblicitari sempre più accurati.
Sulla base di ciò che ogni giorno ciascuno di noi condivide più o meno consapevolmente con la rete, le grandi aziende tecnologiche riescono a modellare dei veri e propri avatar digitali dei diversi utenti.
In pratica, in base alle nostre preferenze e alle nostre ricerche online vengono tracciati dei profili digitali completi, talmente ottimizzati da essere in grado di “prevedere” i nostri futuri desideri e dunque anche i nostri futuri acquisti.
Ecco una prima spiegazione alla domanda iniziale: se tramite i nostri comportamenti sul web forniamo moltissime informazioni sui nostri gusti personali, l’intelligenza artificiale sarà in grado di “anticipare” le nostre volontà.
Procedendo per tentativi prima o poi questo sistema predittivo farà centro, proponendo nel momento giusto l’annuncio pubblicitario più affine al nostro volere.
I telefoni ci ascoltano tramite gli assistenti vocali?
E se fossimo noi a permettere ai nostri smartphone di ascoltarci liberamente?
Siri, Alexa, Google Assistant sono certamente in grado di sentire quello che diciamo per poi tradurlo in parole chiave e darci delle risposte sempre più pertinenti.
Per concedere agli assistenti vocali di aiutarci nella vita di tutti i giorni, dobbiamo sbloccare delle opzioni specifiche nelle impostazioni dei nostri telefoni.
Per attivarli, dobbiamo inoltre coinvolgerli con la pronuncia di determinate parole d’ordine (“Ok Google”, “Hey Siri”, etc), altrimenti non ci danno risposta.
Esistono anche delle impostazioni specifiche che qualora siano attivate permettono agli assistenti vocali di “leggere” quello che c’è sul nostro schermo, senza nessun ulteriore comando da parte nostra.
Considerando questi aspetti, risulta chiaro che qualora le impostazioni dello smartphone siano settate con un po’ di leggerezza e gli assistenti vengano magari attivati per errore senza rendersene conto, sarà un gioco da ragazzi per questi robot captare tutti i nostri desideri per metterli a disposizione dei servizi pubblicitari online.
Scopri come controllare la cronologia delle tue richieste vocali a Google Assistant
Un nemico insospettabile
Ritorniamo un momento alla classica conversazione tra amici al bar che parlano del nuovo paio di scarpe che Tizio è intenzionato a comprare. Dicevamo che qualche volta “magicamente” sul display dello smartphone di Caio si potrebbe palesare proprio una pubblicità di scarpe.
In questo caso Tizio e Caio non lo sanno ma stanno facendo capire al mondo di Internet e degli annunci sponsorizzati che sono amici, che frequentano gli stessi luoghi di aggregazione e che dunque potrebbero anche avere la stessa età e gli stessi interessi.
Come è possibile tutto questo?
È semplice: grazie al wifi.
Entrambi gli amici sfruttano la connessione wifi di quel bar.
Grazie alle ricerche fatte online prima o magari anche durante la serata con l’amico, Tizio ha svelato il suo interesse per un paio di scarpe.
Le “sentinelle pubblicitarie” di Facebook, Google, etc sono in grado di captare questo dato, elaborarlo e preparare annunci ad hoc per persone che frequentano gli stessi luoghi e che, presumono, avranno anche preferenze simili.
Quella che sembrava un’innocente conversazione su un paio di scarpe è diventata un patrimonio di informazioni e possibilmente anche di guadagni per i giganti del web.
Prendiamoci cura della nostra privacy
Da quanto detto sinora il quadro è abbastanza chiaro: da quando i grossi player dell’online hanno fatto il loro ingresso sulla rete il mondo è cambiato.
Inizialmente siamo stati noi a regalare esplicitamente tantissimi dati personali: pensiamo per esempio agli esordi di Facebook.
Poi, con lo sviluppo delle tecnologie e dei modelli pubblicitari, si è arrivati al punto che ogni genere di attività online possa essere tracciata, analizzata ed elaborata per andare a formare un profilo digitale dell’utente sempre più netto e dettagliato.
Ecco perché è importante prestare sempre più attenzione a ciò che facciamo, scriviamo e comunichiamo online.
Non solo: anche le impostazioni sui nostri telefoni e device relative al tracciamento e alla privacy online vanno predisposte con attenzione.
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