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È possibile valutare un sito web in modo oggettivo?

Valutare un sito web sembra, a prima vista, puramente un esercizio soggettivo: c’è chi lo giudica “bello”, chi “lento”, chi “poco chiaro”.

Eppure, al di là giudizi affrettati e superficiali, è possibile identificare dei criteri il più oggettivi possibile, che permettano di valutare un sito web e magari, assegnargli un punteggio?

In questo articolo ci siamo proposti di mettere nero su bianco i criteri che riteniamo essenziali per giudicare un sito web.

Nello specifico, abbiamo deciso di soffermarci su prestazioni, accessibilità, sostenibilità e sicurezza (cybersecurity).

Perché tentare di valutare un sito in modo oggettivo?

Ogni azienda investe nel proprio sito con l’obiettivo di informare, comunicare, attrarre clienti e generare valore.

Nell’attività di sviluppo siti web che svolgiamo quotidianamente da oltre 20 anni, abbiamo notato che, in molti casi, l’aspetto estetico-grafico risulta spesso al centro della prima valutazione che un cliente fa, guardando le specifiche e i mockup del progetto iniziale.

Si tratta sicuramente di un comportamento naturale e istintivo, ma è chiaro che l’efficacia del sito, per esempio, nel convertire visitatori in clienti, passa da tanti altri aspetti, come la User Experience (UX), la velocità, l’accessibilità, etc.

I criteri di cui parleremo in questo articolo servono per andare oltre un primo giudizio di facciata e permettono di esprimere una valutazione più approfondita sul lavoro svolto da un’agenzia digital.

Valutare un sito web con criteri misurabili significa individuare punti di forza e debolezza, orientare interventi mirati e monitorare i progressi nel tempo.

Quali sono i criteri oggettivi per valutare un sito web?

Valutare un sito web significa misurare la sua qualità su più dimensioni, non solo estetiche ma anche tecniche e strategiche.

I criteri oggettivi consentono di analizzare ogni aspetto in modo misurabile e comparabile: dall’accessibilità all’esperienza utente, dalle prestazioni alla sicurezza, fino alla sostenibilità digitale.

Vediamo in dettaglio quali sono i principali parametri che permettono di comprendere quanto un sito sia efficace, affidabile e in linea con gli standard del web moderno.

Prestazioni, quindi velocità, ma non solo.

Le prestazioni di un sito web rappresentano la misura della sua efficienza tecnica e della capacità di offrire un’esperienza fluida all’utente.

In pratica, valutare le prestazioni significa analizzare quanto rapidamente un sito si carica, quanto velocemente risponde ai comandi e quanto stabile resta durante la navigazione.

Sono parametri oggettivi e quantificabili, che possono essere rilevati tramite strumenti come ad esempio PageSpeed Insights o GTMetrix, in grado di fornire punteggi e metriche chiave come i Core Web Vitals.

Questi indicatori – Largest Contentful Paint (LCP), First Input Delay (FID) e Cumulative Layout Shift (CLS) – descrivono rispettivamente il tempo di caricamento dell’elemento principale della pagina, la reattività ai primi input dell’utente e la stabilità visiva dei contenuti.

Un sito con valori ottimali in queste aree viene percepito come più affidabile, moderno e professionale.

La velocità non è solo un requisito tecnico, ma un vantaggio competitivo.

Ogni secondo di attesa in più aumenta il rischio di abbandono e riduce le conversioni: studi recenti mostrano che un ritardo di appena 1 secondo può diminuire il tasso di conversione fino al 7%.

Inoltre, Google considera la velocità di caricamento un fattore di ranking SEO, premiando i siti più leggeri e reattivi nei risultati di ricerca.

Dal punto di vista dell’esperienza utente, un sito veloce trasmette efficienza e credibilità, mentre un sito lento genera frustrazione e abbandono.

Le implicazioni toccano anche la sostenibilità digitale: un sito più performante consuma meno risorse e riduce l’impatto ambientale. Ne parleremo nel paragrafo dedicato.

Ottimizzare le prestazioni significa intervenire su diversi fronti tecnici: compressione delle immagini, caching, riduzione delle richieste al server, caricamento asincrono dei contenuti e utilizzo di un hosting performante e geolocalizzato.
Misurare e migliorare le prestazioni non è quindi un’attività una tantum, ma un processo continuo che incide sulla visibilità, sull’usabilità e sulla sostenibilità complessiva del sito.

Leggi anche: “GTmetrix vs Google PageSpeed: quale scegliere?”

Accessibilità: siti davvero per tutti

L’accessibilità digitale riguarda la capacità di un sito di essere utilizzato in modo efficace da chiunque, indipendentemente da abilità fisiche, cognitive o sensoriali, dal tipo di dispositivo e dalle condizioni ambientali.

Valutare l’accessibilità significa misurare quanto un sito rispetti i principi delle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), lo standard internazionale che definisce i criteri oggettivi per rendere contenuti e funzionalità realmente fruibili. 

Gli aspetti misurabili dell’accessibilità includono elementi come contrasto dei colori, testi alternativi, navigazione da tastiera, struttura semantica corretta e linguaggio chiaro, fondamentali per garantire una fruizione efficace a ogni utente.

Va sottolineato, inoltre, che la recente entrata in vigore della direttiva europea, conosciuta come European Accessibility Act (EAA), ha reso obbligatoria la conformità per molti servizi digitali, sulla base di criteri predefiniti.

Un sito accessibile offre un’esperienza d’uso più fluida e intuitiva, riducendo gli ostacoli e rendendo i contenuti più semplici da comprendere e navigare per tutti.

L’adozione di standard di accessibilità rafforza la percezione del brand, comunicando attenzione, responsabilità e inclusività nei confronti di ogni utente.

Poiché molte buone pratiche WCAG coincidono con i requisiti tecnici dei motori di ricerca, un sito più accessibile tende anche a ottenere un miglior posizionamento organico (SEO).

Leggi anche: “Che cos’è l’accessibilità web? Una guida semplice e completa”

Sostenibilità digitale: valutare l’impatto ambientale del web

La sostenibilità digitale riguarda la capacità di un sito di ridurre il proprio impatto ambientale, limitando il consumo di energia necessario per caricare pagine, trasferire dati e mantenere attivi i servizi online.

Anche questo ambito è misurabile in modo oggettivo: strumenti come Website Carbon Calculator permettono di stimare le emissioni di CO₂ prodotte da ogni visita e di confrontare le prestazioni ambientali del sito con benchmark internazionali.

Peso delle pagine, ottimizzazione delle immagini, efficienza del codice, caching e utilizzo di un hosting alimentato da energie rinnovabili sono variabili che incidono direttamente sul consumo complessivo.

Dal punto di vista dell’esperienza utente, un sito più leggero si traduce in pagine che si aprono con maggiore rapidità, riducendo tempi di attesa e rendendo la navigazione più fluida.

Anche l’infrastruttura tecnica trae beneficio da una progettazione sostenibile: ottimizzare il peso dei contenuti e ridurre le richieste al server significa consumare meno energia, alleggerire il carico sui sistemi e migliorare la stabilità complessiva del servizio.

C’è infine un impatto diretto sull’immagine del brand: adottare pratiche digitali più responsabili comunica attenzione all’ambiente e sensibilità verso temi che utenti, partner e stakeholder considerano sempre più importanti. In questo modo, la sostenibilità digitale diventa non solo una scelta etica, ma un elemento che rafforza fiducia, reputazione e competitività.

Leggi anche: “Cos’è e come si fa un sito web sostenibile?”

Cybersecurity: l’importanza di una protezione verificabile

La cybersecurity è un’area in cui l’oggettività della valutazione è non solo possibile, ma necessaria.

Un sito può essere misurato sulla base di criteri tecnici verificabili, come, ad esempio, la presenza di un certificato HTTPS correttamente configurato, l’assenza di vulnerabilità note rilevate tramite strumenti automatici (come gli scanner basati su criteri OWASP), l’aggiornamento regolare di CMS e plugin, la gestione sicura dei dati e la presenza di sistemi di backup affidabili.

Questi controlli producono indicatori chiari, ripetibili e confrontabili nel tempo, permettendo di valutare la sicurezza non come impressione soggettiva, ma come risultato di verifiche concrete.

Un sito che rispetta le regole più importanti di sicurezza informatica permette agli utenti di navigare, registrarsi o acquistare con maggiore tranquillità, riducendo la percezione di rischio e aumentando la fiducia nei confronti del brand.

Per l’azienda, la sicurezza riduce il pericolo di attacchi, interruzioni del servizio e perdita di dati, con un impatto diretto sui costi operativi e sulla continuità del business.

Anche la reputazione ne beneficia: un sito che adotta buone pratiche di cybersecurity trasmette professionalità e affidabilità, mentre un sito vulnerabile rischia di compromettere rapidamente la credibilità costruita nel tempo.

In un contesto in cui Google segnala i siti non sicuri e gli utenti sono sempre più attenti alla protezione dei dati, la sicurezza diventa quindi un fattore oggettivo e strategico nella valutazione della qualità complessiva di un sito web.

Leggi anche: “Cyber Security 2025: i trend che una PMI non può ignorare”

Uno sguardo d’insieme

Considerare un sito web attraverso criteri oggettivi permette di andare oltre le impressioni iniziali e di comprendere davvero quanto sia solido, efficace e pronto a sostenere gli obiettivi dell’azienda.

Prestazioni, accessibilità, sostenibilità e cybersecurity non sono aspetti tecnici separati, ma dimensioni che insieme definiscono la qualità reale del progetto digitale. Valutarle con metodo consente di individuare aree di crescita e di miglioramento.

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